La stagione di prosa del teatro Toniolo di Mestre ha proposto la settimana scorsa uno dei maggiori lavori di Goldoni, le tre commedie sulla villeggiatura: “Le smanie della villeggiatura”, “Le Il avventure della villeggiatura” e “Il ritorno dalla villeggiatura”.
La celebre trilogia è stata portata in scena dal regista Luca Fusco in un’unica soluzione, trasformando ciascuna delle commedie in un atto dello stesso spettacolo.
Pur riducendo l’opera originale, il regista riesce a restituire la vena tagliente e acida ad un pubblico che segue volentieri le oltre tre ore di spettacolo necessarie per portare a compimento la villeggiatura e tutto ciò che essa porta con sé.
La prima commedia (Le smanie) propone un affresco sulle frivole e stucchevoli problematiche pre-partenza. Il signor Leonardo si indebita per fare una splendida villeggiatura e per non sfigurare di fronte ai conoscenti mentre la sorella Vittoria non ammette di partire senza il suo nuovo abito. Le cose si complicano quando il signor Filippo, padre di Giacinta amante di Leonardo, invita in villeggiatura Guglielmo, anch’egli innamorato di Giacinta. Per risolvere il problema e salvare la faccia, Leonardo e Giacinta sottoscrivono una promessa di matrimonio ufficiale prima della partenza.
Ma durante il secondo “atto” (Le avventure) Giacinta si innamora di Guglielmo e, sorpresa troppo spesso in sua compagnia, è costretta a spacciare il suo amante per pretendente di Vittoria per giustificarsi e salvare le apparenze.
Il ritorno dalla villeggiatura è all’insegna della rassegnazione e della miseria. Gli eventi, gli interessi economici e l’importanza data alla reputazione hanno portato alla nascita di coppie infelici: Leonardo e Giacinta, innamorata di un altro, sprovvista della cospicua dote in cui confidava il fidanzato e costretta alla partenza, Guglielmo e Vittoria, anch’essa consapevole che il suo sposo ama un’altra, Rosina con lo sciocco Tognino, Ferdinando con la zia di Giacinta, anzi con la sua eredità.
Un’opera complessa rivista con originalità dal regista che ambienta le Smanie in un Settecento appena accennato e sfumato in un suggestivo color seppia, le Avventure in un bianco e nero anni ’60 sostenuto dalla colonna sonora, e il Ritorno in un ambiente cupo e opprimente vicino al genere noir. Sebbene questa scelta appaia originale, aiuta a capire le atmosfere descritte dallo stesso Goldoni avvicinandole, però, a ciò che è più vicino a noi. Lo stesso regista dichiara di “non aver semplicemente ambientato la trilogia, ma seguito e assecondato la differenza di stile dei tre testi, anche nelle atmosfere psicologiche ed esistenziali. All’allegra confusione delle Smanie abbiamo sostituito la profonda malinconia- ben rappresentata dalle Paoli, Tenco, Lauzi- delle Avventure, a cui si sovrappone nel Ritorno una vera e propria ansia hitchcockiana”.
Il cast degli attori non fa altro che aggiungere professionalità e prestigio ad una piece davvero piacevole. Troviamo un bravissimo Lello Arena capace di far sorridere anche quando la vena comica non è presente nel testo, una splendida Gaia Aprea che dimostra tutto il suo talento nel variare dalla freschezza di Giacinta delle Smanie alla disperazione del Ritorno, e un efficace Max Malatesta che porta il suo personaggio da un’iniziale superficialità a un male di vivere interiore davvero significativo. Particolarmente convincenti anche Enzo Turrin, nei panni del cameriere Paolino, e Piergiorgio Fasolo che interpreta lo strano personaggio di Fulgenzio.
LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA
di Carlo Goldoni
regia di Luca De Fusco
con: lello Arena, Gaia Aprea, Max Malatesta, Enzo Turrin, Piergiorgio Fasolo