Questo film, in concorso alla 74° Berlinale, è ambientato a Berlino nel 1942/43. Racconta di uno dei molti, drammatici tentativi di opposizione alla dittatura di Hitler. In questo caso si tratta dell’attività della cosiddetta Rote Kapelle. Fatti rigorosamente storici, dunque, anche se adattati per il grande schermo.
Il film mette i risalto il coraggio di quei ragazzi, tutti tra i 20 e 30 anni, maschi e femmine, che con l’incoscienza e l’entusiasmo delle loro idee e della loro gioventù, agirono pur sapendo che cosa rischiavano. Tutti, dal primo all’ultimo, furono trovati e decapitati.
La protagonista citata nel titolo era Hilde Rake, la giovane moglie di Hans Coppi, affiliato alla resistenza, e che con lui stampò e distribuì manifesti e volantini. Fecero anche una, solo una innocente e ingenua trasmissione via radio verso la Russia. Fu per quella che furono giustiziati.
Hikde era sensibile, timorosa e riservata, ma di fronte alla tragedia seppe avere una forza straordinaria che si ritrova nelle sue lettere dal carcere (dalle quali è appunto tratto il titolo del film).
Il regista sessantenne Andras Dresen, originario della città di Gera, nella ex Germania est, è particolarmente attento a questo tipo di vicende. “Non è mai fuori tempo ricordare la storia – afferma – e il doloroso tributo di sangue versato per la libertà”. Specialmente ricordando che il giorno prima della proiezione è morto Alexei Navalny, un combattente come quei giovani antinazisti che con la loro morte hanno fatto emergere la brutalità di una dittatura sanguinaria . Tuttavia Dresen evita di approfondire l’argomento perché “Il festival è politico – spiega – ma non è il festival della politica”.
Anche se pochi giorni prima i direttori avevano ritirato gli inviti ai politici dell’estrema destra tedesca di AFd.
Il film si chiude con una struggente testimonianza di Hans Coppi Jr., il figlio, tuttora vivente, allevato dai nonni e divenuto illustre studioso di storia – che Hilde partorì già in carcere il 27 novembre 1942. Un mese dopo fu giustiziato il padre. La madre Hilde fu decapitata otto mesi dopo, il 5 agosto 1943.
Un film di grande valore e di grande rigore. Peccato solo per qualche indugio di troppo su scene di intimità, quasi al limite del voyeristici, superflue per la comprensione della vicenda e dei caratteri, inappropriate al delicato realismo della tragica vicenda. Viene davvero il sospetto che siano solo un tributo commerciale alla protagonista Liv Lisa Fries (Hilde), attrice berlinese resa celeberrima dalla seguitissima dalla serie TV Babylon Berlin.