Dopo L’idea del corpo, proseguono gli appuntamenti con le mostre online della Biennale di Venezia. Da mercoledì 3 giugno è possibile visitare Registe alla Biennale-Biennale Teatro 1934-2016, presentata nel portego di Ca’ Giustinian nel 2017 durante il quarantacinquesimo Festival Internazionale del Teatro, dedicato alla regia. Attingendo alla collezione dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, la mostra racconta la presenza delle donne registe alla Biennale Teatro a partire dal 1934 fino ad oggi.
Il Direttore del settore Teatro Antonio Latella spiega: «La mostra intende recuperare, attraverso adeguata documentazione, anche frammenti di esperienze forse cadute in oblio, passaggi di artiste che soltanto il necessario, fondamentale contributo offerto dal patrimonio dell’Archivio storico può permettere di riportare alla luce, offrendoci la possibilità di comprendere che ciò che siamo e ciò che ci permettiamo di fare oggi lo dobbiamo a chi ci ha preceduto. Un viaggio cronologico nella memoria, quindi, che non è solo ricordo ma testimonianza viva, racconto delle infinite possibilità di linguaggio che il teatro offre e che le artiste della storia della Biennale Teatro possono continuare a raccontarci nel loro silenzioso essere state ed essere di nuovo insieme».
Presenze femminili del teatro mondiale
Negli anni Cinquanta è la volta delle attrici-registe. Ricordiamo Edwige Feuillère, considerata “la nuova Sarah Bernhardt”, interprete e regista di una memorabile Dame aux camélias, o Shelah Richards, che da Dublino approda a Broadway, o ancora Krystyna Skuszanka.
Negli anni Sessanta la Biennale ospita la rivoluzione del teatro. Partecipano figure fondanti come Judith Malina, che con Julian Beck è stata anima del Living Theater. C’è Ariane Mnouchkine, fondatrice del Théâtre de Soleil. C’è Mina Mezzadri, prima regista teatrale italiana, promotrice della Compagnia della Loggetta e pioniera del teatro-documento.
Negli anni Settanta e Ottanta compaiono una moltitudine di linguaggi. Ci sono le esperienze multidisciplinari di Meredith Monk. Dacia Maraini e Annabella Cerliani, fra le fondatrici dell’associazione La Maddalena Teatro e della rivista “effe”, affrontano temi intellettuali e politici. Marguerite Duras presenta Savannah Bay nella struttura che Renzo Piano aveva ideato per Nono. La presenza che ha influito senza dubbio sul teatro di quegli anni è Pina Bausch, invitata da Franco Quadri con un’antologica dei suoi capolavori.
Non possono mancare il teatro ragazzi e il teatro di figura. Ne sono esponenti Catherine Dasté, erede diretta della tradizione di Jacques Copeau; Marise Flach, pedagoga oltre che artista, formata alla scuola di Etienne Decroux; Leokadia Serafinowicz con il suo teatro di marionette polacco. E ancora Mara Baronti con i suoi racconti fiabeschi e Loredana Perissinotto, che dell’animazione ha fatto una missione.
E’ storia recente, invece, quella di artiste e registe che ancora oggi contribuiscono a scrivere la storia della scena internazionale: Monica Conti, Alessandra Vanzi (La gaia scienza), Kirsten Dehlholm (Hotel Pro Forma), Maria Donata D’Urso, Emma Dante, Sophiline Cheam Shapiro, Yael Daniels, Silvia Rampelli, Liza May Post, Céline Astrié (compagnia Nanaqui), Christiane Jatahy, Gabriela Carrizo (Peeping Tom), Daniela Nicolò (Motus), Valeria Raimondi (Babilonia Teatri), Angélica Liddell.
Luca Benvenuti