È un gomitolo di ricordi il film di Antonella Sudasassi, un puzzle delle memorie di tre donne, in un passato remoto ma al contempo prossimo. La struttura della pellicola – presentato in Italia al Festival La Nueva Ola – sembra quasi rimarcare l’etimologia, a dir poco rappresentativa, del verbo ricordare (lat. recordari, da cor, cordis, cuore): le memorias a cui il titolo fa riferimento, riportano al cuore – di chi racconta, ma soprattutto di chi assiste a questo ricapovolgimento del nastro – i dolori di tre vite diverse, ma caratterizzate da vari punti di contatto. È un racconto della seconda metà del Novecento attraverso le parole di chi ha vissuto quel periodo, ma filtrato dallo sguardo di una metaforica “nipote”, un occhio contemporaneo che con lucidità si distacca dalla narrazione, avvicinandosi solo nei momenti volutamente più emozionali.
Storie di violenza e resilienza, di una società che non esiste più: grande pregio del film è però la sempre presente ironia, non ci si piange mai addosso, l’anziana protagonista – paradigma di una generazione – ride in faccia al passato, senza mai rimpiangere la sua gioventù. “Memorias di un cuerpo que arde” parla di libertà, negata e riconquistata, attraverso immagini patinate, capaci di far intraprendere allo spettatore un viaggio nel tempo, senza mai illuderlo di trovarsi in una dimensione diversa dal presente, proprio perché la rappresentazione del ricordo è sempre enfatizzata, quasi esasperata. Non ci sono flashback ma solo memorie: pur non essendolo, il film sfiora il genere del documentario, e grazie all’irresistibile umorismo risulta un interessante approfondimento sull’argomento trattato, senza mai essere didascalico.
Regia: Antonella Sudasassi
Sceneggiatura: Antonella Sudasassi
Fotografia: Andrés Campos Sánchez
Montaggio: Bernat Aragonés
Musica: Juano Damiani
Produzione: Substance Films, Playlab Films
Con: Liliana Biamonte, Leonardo Perucci, Cecilia García Pérez, Gabriel Araya Herrera
Anno: 2024
Nazionalità: Costa Rica, Spagna
Durata: 90 min.
